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Frederick Fyvie Bruce
Piemme

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Caterina di Russia
LISTBI0282041

Caterina di Russia

Marco Natalizi
Salerno editrice

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Caterina di Russia

Marco Natalizi
Salerno editrice

Un'assolutista travestita da illuminista? O l'interprete più coraggiosa della vicenda storica della Russia, capace di tradurre le idee più avanzate della seconda metà del Settecento in una proficua stagione di governo? Fin dalla sua ascesa al trono Caterina II di Russia è stata prigioniera di un mito contraddittorio. Nel delineare la sua figura non sempre è stato facile per i biografi sottrarsi al fascino delle leggende accumulatesi attorno al suo personaggio e alla sua opera: quelle che la dipingono come la «Messalina del nord», la sovrana dall'appetito sessuale smisurato; o, di contro, quelle che la raffigurano come la monarca "illuminata" autrice del 'Nakaz', l'Istruzione in cui sintetizza le idee dei 'philosophes', e come colei che è riuscita a liberare per sempre l'Europa dal pericolo degli Ottomani. In questa biografia politica, l'autore ricostruisce dapprima la formazione personale di una Caterina che cerca di sovvertire le regole scritte e gli usi della tradizione per trovare la propria identità, le radici delle sue convinzioni e delle sue scelte; e poi percorre le tappe fondamentali - di cui rivela aspetti poco noti e retroscena inediti - di un regno che si è intrecciato con quel processo di trasformazione dell'impero russo da monarchia tollerata nel concerto degli Stati europei a potenza in grado di gettare un ponte verso il continente asiatico. Ma racconta anche i successi e i fallimenti di un'intera generazione politica alle prese con trasformazioni destinate a mutare il volto di una società di Antico regime rigidamente divisa in ordini. Così i rapporti mutevoli e ambivalenti della zarina con l'Europa occidentale sono posti in una prospettiva originale che spinge a interrogarsi sulla storia della Russia e sul suo ruolo nella costruzione dell'identità europea. l'indice, possa scomporre e ricomporre il testo affrontando i temi secondo la priorità d'interesse.

Teodosio il Grande
LISTBI0282038

Teodosio il Grande

Hartmut Leppin
Salerno editrice

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Teodosio il Grande

Hartmut Leppin
Salerno editrice

Desiderio
LISTBI0282036

Desiderio

Stefano Gasparri
Salerno editrice

LISTBI0282036
Desiderio

Stefano Gasparri
Salerno editrice

Desiderio, ultimo re dei Longobardi, segnò con le sue gesta la storia d'Italia. Ricordato come barbaro, fu l'emblema e l'ultimo fulgore di una civiltà che per due secoli fiorì in Italia e le cui tracce permangono nel patrimonio artistico di città come Brescia, Pavia, Benevento, Salerno. Come duca di Tuscia conquistò il potere, stabilendosi a Brescia nel monastero di San Salvatore, da cui regnò sull'Italia dell'VIII secolo. Durante il suo lungo regno fu prima protetto dai Franchi e difensore del papato, quindi alleato di Carlo Magno, e poi, infine, nemico dei papi e di Carlo. Vinto alle Chiuse di Susa dai Franchi, Desiderio fu assediato a Pavia, finché nel giugno del 774, arresosi, fu rinchiuso nel monastero di Corbie, dove poco dopo morì. Dopo essere stato sconfitto da Carlo Magno, il suo regno fu subordinato a un potere esterno alla penisola italiana, sancendo la nascita della dominazione territoriale della Chiesa di Roma. Si propone una narrazione degli ultimi vent'anni di storia del Regno longobardo diversa da quella scritta dai vincitori della complessa partita che si giocò in Italia nella seconda metà del secolo VIII.

Alfonso il Magnanimo
LISTBI0282033

Alfonso il Magnanimo

Giuseppe Caridi
Salerno editrice

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Alfonso il Magnanimo

Giuseppe Caridi
Salerno editrice

Succeduto nel 1416, all'età di 20 anni, al padre Ferdinando I al vertice della Corona d'Aragona, Alfonso V nel 1420 si recò a Napoli su richiesta della regina Giovanna II, che, priva di prole, lo adottò e gli assicurò la successione al suo regno, a condizione che le prestasse aiuto contro il rivale Luigi III d'Angiò. Dopo tre anni, tuttavia, la volubile sovrana revocò l'adozione e il re d'Aragona ritornò in Spagna per risolvere i contrasti che nel frattempo erano insorti tra i suoi fratelli e il re di Castiglia, Giovanni II. Nel 1435, dopo la morte della regina Giovanna, partecipò contro Renato d'Angiò alla guerra di successione al trono di Napoli, che riuscì a conquistare nel 1442. Per consolidare quel trono Alfonso prese parte alle guerre che fino alla pace di Lodi del 1454 impegnarono i diversi potentati italiani, proseguendo tuttavia poi a combattere con la repubblica di Genova, i cui mercanti erano i principali concorrenti dei suoi sudditi catalani nel Mediterraneo. Napoli divenne di fatto la capitale dei domini di Alfonso che, grazie al mecenatismo con cui accolse gli uomini di cultura, fece della sua corte un importante centro del Rinascimento italiano. Per la sua liberalità gli umanisti gli attribuirono l'appellativo di Magnanimo. Controversi furono i rapporti con il papato, che gli contendeva l'alta sovranità sul Mezzogiorno d'Italia. Esortato ripetutamente a rientrare in patria, il sovrano, fino alla morte avvenuta nel 1458, malgrado l'impegno assunto non si allontanò più dal regno di Napoli, in cui vi erano i principali affetti familiari - i figli naturali e i nipoti - e soprattutto una giovane nobildonna, Lucrezia d'Alagno, della quale si era innamorato.

Enea
LISACL0282008

Enea

Mario Lentano
Salerno editrice

LISACL0282008
Enea

Mario Lentano
Salerno editrice

Il mito di Enea, protagonista dell'Eneide, è uno dei racconti che hanno fatto la storia della cultura europea negli ultimi duemila anni, influenzando in modo determinante l'immaginario collettivo e alimentando innumerevoli riscritture, rivisitazioni, interpretazioni iconografiche e teatrali, oltre a una sterminata messe di studi alla quale danno il loro contributo ricercatori di ogni parte del mondo. Mario Lentano, docente di Letteratura latina all'Università di Siena, affronta per la prima volta questa figura centrale del nostro panorama culturale in chiave biografica, raccontando la sua vita come quella di un personaggio storico: concepimento e nascita, infanzia e giovinezza, età matura, morte e apoteosi, se tale fu. Fonti letterarie, testi storiografici e raffigurazioni su marmo o su terracotta sono interrogati per ricostruire la parabola dell'eroe che i Romani consideravano come il proprio capostipite, il remoto antenato dei gemelli Romolo e Remo, e che per questo tramite è diventato uno dei padri dell'Occidente. Un'avvincente scrittura narrativa, il tono accattivante e l'eliminazione delle note, supplite da una generosa bibliografia finale, rendono questa vita di Enea un libro accessibile a chiunque ami il mito antico e sia curioso di conoscerne un protagonista di primo piano, lo stesso che ha incontrato, da ragazzo, sui banchi di scuola.

Marco Antonio
LISTBI0282005

Marco Antonio

Giovannella Cresci Marrone
Salerno editrice

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Marco Antonio

Giovannella Cresci Marrone
Salerno editrice

La vicenda di Marco Antonio appartiene alla storia dei vinti. La sua condotta fu diffamata con accanimento dagli antagonisti politici, Cicerone prima e Ottaviano poi; la sua memoria, dopo la morte, fu oggetto di sistematica rimozione in attuazione di un provvedimento del senato; la sua figura fu consegnata ai posteri inquinata dalla manipolazione del vincitore, il futuro Augusto: ne emerse l'immagine di un abile generale romano, soggiogato però dall'amore per la regina d'Egitto Cleopatra, corrotto dalla depravazione dell'Oriente, caduto preda degli eccessi di vino, cibo, lusso, sesso. A dispetto di tale deformazione, la documentazione superstite ci restituisce il profilo di una personalità politica animata da una progettualità innovativa. Nel contesto pubblico l'adesione al progetto cesariano e l'empatia nei confronti dei ceti popolari maturarono in una visione politica che intendeva conciliare le istituzioni della repubblica romana praticabili in Occidente con gli assetti delle monarchie ellenistiche a conduzione dinastica, proprie delle province orientali; a tale impostazione, ispirata a flessibilità e diversificazione, si coniugarono il rispetto, la valorizzazione e l'accoglienza degli usi e costumi del mosaico di popoli che componevano l'impero. Nell'ambito privato egli oppose un consapevole rifiuto delle convenzioni. Ad una esistenza consacrata, secondo le tradizioni, alla morigeratezza, alla sobrietà, allo spirito di sacrificio, all'impegno per l'interesse collettivo, egli contrappose un modello di vita che riservasse spazio ai piaceri individuali: le gioie dell'amore, l'ebrezza del vino, le raffinate prelibatezze della tavola, l'apprezzamento per ogni forma d'arte, la propensione per il lusso, la complicità cameratesca, la solidarietà con l'elemento femminile.

Posidonio d'Apamea e i Celti
LISTAN0282047

Posidonio d'Apamea e i Celti

Marco Martin
Aracn

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Posidonio d'Apamea e i Celti

Marco Martin
Aracn

Posidonio d'Apamea (ca. 135-50 a.C.), scienziato, filosofo stoico, geografo, etnografo e storico costituisce una delle personalità più complesse e più originali della cultura tardo-ellenistica. Egli compì una serie di viaggi nella Gallia meridionale in un periodo compreso tra il 101 e il 91 a.C. È proprio a lui che si devono le più precise, anche se frammentarie, descrizioni dei Celti a noi pervenute dal mondo antico. Il testo cerca di mettere in correlazione i riferimenti celtici di Posidonio con alcune descrizioni presenti nella tradizione poetica medievale gaelica, per sottolineare la sorprendente attendibilità storica del resoconto etnografico posidoniano che presenta interessanti affinità e corrispondenze con il mondo arcaico dell'Irlanda delle saghe eroiche.

Caracalla
LISTBI0282010

Caracalla

Alessandro Galimberti
Salerno editrice

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Caracalla

Alessandro Galimberti
Salerno editrice

Calvo, di bassa statura, ma dotato di un fisico possente, univa doti straordinarie - una notevole resistenza al caldo e al freddo e una capacità fuori dal comune di sottoporsi a esercizi faticosi e prolungati - a un temperamento sanguigno e poco incline al compromesso. Avido di potere e per questo animato da profondo odio prima contro il prefetto del pretorio Plauziano e poi contro il fratello, riuscì a mantenere buoni rapporti con la madre anche dopo la morte di Geta, nonostante ella avesse manifestato le sue preferenze per quest'ultimo. Sebbene si sia tentati di credere il contrario, Caracalla godette di una grande popolarità: fu amato soprattutto dai soldati, legionari e pretoriani, con i quali si dimostrò sempre molto generoso, ma anche dalla plebs, come mostrano in maniera emblematica il successo delle terme ma anche della veste da lui brevettata, il caracallus. Ecco perché - vuoi anche per la pochezza del successore - alla sua morte fu divinizzato e fu rimpianto amaramente.

Giuliano
LISTBI0282001

Giuliano

Arnaldo Marcone
Salerno editrice

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Giuliano

Arnaldo Marcone
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Avversario di Costantino, cercò di cancellare le politiche dello zio abolendo il Cristianesimo e tentando una riforma radicale dell'Impero. È al breve regno dell'imperatore Giuliano, al suo tentativo di restaurazione del paganesimo che si deve la caratterizzazione del IV secolo come un'età di conflitto religioso. In realtà è opportuno restituire a questa figura di sovrano tutto il suo spessore, a cominciare da una chiara volontà di riformare alcuni aspetti di criticità della realtà imperiale tardo-antica, come la fiscalità e l'autonomia cittadina. Giuliano avversò decisamente la figura di Costantino, ma non solo per la sua conversione al cristianesimo. Egli ne contestò infatti il modo in cui resse l'Impero nella sua globalità al punto da rendere ammissibile sostenere (Santo Mazzarino) che la storia del IV secolo può essere interpretata alla luce di queste due figure "epocali". In realtà il progetto di governo di Giuliano era ambizioso e di ampio respiro, e ne giustifica la riscoperta, soprattutto in età umanistica e illuministica, che ha esiti significativi che giungono sino ai nostri giorni.

Alcibiade
LISTBI0281998

Alcibiade

Cinzia Bearzot
Salerno editrice

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Alcibiade

Cinzia Bearzot
Salerno editrice

Non sono molti nella storia i personaggi come Alcibiade, capaci di generare odi e amori tanto potenti da smuovere l'interesse appassionato degli storici a distanza di due millenni e mezzo. All'uomo politico possono essere mosse accuse fortissime, come quella di esser stato animato solo dalla sete di potere o di aver tradito la propria città. Ma tutto questo sfuma di fronte all'uomo Alcibiade, al "cucciolo di leone" del quale parla Aristofane, odiato e idolatrato dal suo popolo. L'uomo adottato da Pericle fu in effetti una personalità ambivalente, a cavallo tra poli opposti a livello pubblico e privato: un aristocratico che ha fatto una scelta democratica, ma anche l'esponente di una politica slegata dall'idea di servizio alla comunità. Le sue doti intellettuali erano formidabili, come d'altra parte la sua eloquenza e la simpatia che lo circondava, non a caso fu allievo e amante di Socrate. Quasi impossibile non amare un personaggio così eccezionale, smisurato nelle ambizioni così come nel carattere. Capace di concepire piani grandiosi, fu poco efficiente nel portarli a termine, per questo fu costantemente esposto alle altalenanti sorti, in termini di consenso, di chi molto promette e nulla mantiene. Volle troppo e perse tutto, prima fra tutte la sua credibilità, in un tempo in cui etica e politica erano ancora congiunte.

L'alfabeto ebraico
LIREEB0281993

L'alfabeto ebraico

Paolo De Benedetti
Editrice Morcelliana

LIREEB0281993
L'alfabeto ebraico

Paolo De Benedetti
Editrice Morcelliana

"In nessun'altra lingua, forse, come nell'ebraico, un alfabeto è così intriso di storia, di senso, di materia dell'uomo e di presenza di Dio. In nessun'altra lingua il codice espressivo è così denso di carne e di sangue, di interrogazione filosofica e di pensiero teologico. "Dio sul monte Sinai si è incarnato, se così si può dire, in una scrittura fatta con l'alfabeto", dice Paolo De Benedetti. Per questo a ogni singola lettera è dovuto rispetto, attenzione, amore. Per questo a ogni singola lettera è dovuto ascolto. Per questo a ogni singola lettera, che è depositaria anche di un valore numerico, è dovuta la fatica del calcolo e della corrispondenza. Paolo De Benedetti pratica in queste pagine innesti della sua intelligenza ironica nel rigoglioso patrimonio della tradizione rabbinica, facendo germogliare una "abitazione del senso" dalle lettere "scolpite nella voce, intagliate nello spirito, fissate sulla bocca", facendo risplendere in esse le quattro "stelle polari" che definiscono l'essenza dell'ebraismo. La prima: contemplare sempre un''altra' interpretazione possibile, diversa dalla propria. La seconda: aggiungere a ogni affermazione un 'se così si può dire', facendo spazio a quella di altri, anche non espressa. La terza: mettere un tempo di 'sospensione' tra la domanda e la risposta. La quarta: secondo un detto rabbinico, occorre insegnare alla propria lingua a dire 'non so', per non essere presi per mentitori." (Gabriella Caramore)

Problemi epistemologici dell'economia
LIPSEC0286563

Problemi epistemologici dell'economia

Ludwing Von Mises
Armando editore

LIPSEC0286563
Problemi epistemologici dell'economia

Ludwing Von Mises
Armando editore

Vichinghi
LISTME0286226

Vichinghi

F. Donald Logan
Piemme

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Vichinghi

F. Donald Logan
Piemme

Storia economica dell'Italia contemporanea
LIPSEC0283798

Storia economica dell'Italia contemporanea

Giulio Sapelli
Bruno Mondadori

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Storia economica dell'Italia contemporanea

Giulio Sapelli
Bruno Mondadori

Teresa Musco
LIRECR0281952

Teresa Musco

Gabriele Maria Roschini (o.s.m.)
Ancora

LIRECR0281952
Teresa Musco

Gabriele Maria Roschini (o.s.m.)
Ancora

Storia della bambina perduta
LINAIT0281894

Storia della bambina perduta

Elena Ferrante
Edizioni E/O

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Storia della bambina perduta

Elena Ferrante
Edizioni E/O

Seventeenth-Century Roman Palaces
LIARAR0283467

Seventeenth-Century Roman Palaces

Patricia Waddy
The MIT Press - The Massachusetts Institute of Technology

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Seventeenth-Century Roman Palaces

Patricia Waddy
The MIT Press - The Massachusetts Institute of Technology

Tavolo Barocco
ANTATA0283424

Tavolo Barocco

Liguria Fine XVII Secolo

ANTATA0283424
Tavolo Barocco

Liguria Fine XVII Secolo

Grande tavolo Barocco in noce costruito con materiale antico, piano composto da quattro tavole con baccellatura tipica degli arredi Genovesi dell'epoca Barocca, sorretto da sei gambe tornite e intagliate a motivi fogliacei unite da traverse sgorbiate. Liguria, fine XVII Secolo.

Ragioni e persone
LIFICO0286600

Ragioni e persone

Derek Parfit
Il Saggiatore

LIFICO0286600
Ragioni e persone

Derek Parfit
Il Saggiatore

Ragazza con la Treccia Pavel Petrovitch Trubetskoy
OGANBR0285642

Ragazza con la Treccia Pavel Petrovitch Trubetskoy

Italia Metà XX Secolo

OGANBR0285642
Ragazza con la Treccia Pavel Petrovitch Trubetskoy

Italia Metà XX Secolo

Scultura in bronzo raffigurante fanciulla con la treccia. Firma dell'autore incussa alla base. Copia postuma

Letto Impero in Noce
ANMOLE0285096

Letto Impero in Noce

Italia Inizio XIX Secolo

ANMOLE0285096
Letto Impero in Noce

Italia Inizio XIX Secolo

Letto Impero in noce, gambe anteriori a plinto e posteriori a plinto sormontate da colonne tornite con basi e capitelli in metallo cesellato e dorato. Pannello imbottito aggiunto. Italia, inizio XIX Secolo.

Dipinto Ritratto di Santo Vescovo Francescano
ARAROT0286075

Dipinto Ritratto di Santo Vescovo Francescano

ARAROT0286075
Dipinto Ritratto di Santo Vescovo Francescano

Olio su tavola. L'iconografia identifica il santo in un vescovo, per il bastone pastorale e la mitra sul capo, ma dell' ordine francescano per il saio e il mantello che indossa. Il dipinto rimanda ad uno stile medioevale: la figura è rappresentata eretta, all'interno di una abside dipinta alle sue spalle. L'opera presenta diverse cadute di colore e danni della tavoletta. È presentata in cornice a teca, rivestita sui lati da passamaneria.

Zuccheriera in Argento Masi & Co. Firenze
OGANOG0285414

Zuccheriera in Argento Masi & Co. Firenze

Italia Ultimo Quarto XX Secolo

OGANOG0285414
Zuccheriera in Argento Masi & Co. Firenze

Italia Ultimo Quarto XX Secolo

Zuccheriera in argento sbalzato a linee verticali sul corpo e a spicchi sul coperchio. Presa a pomolo e anse a forma di cuore. Marchi dell'argento incussi sotto la base. Grammi 120.